Museo delle armi Luigi Marzoli in castello
Ubicazione del museo
Lungo un percorso di dieci sale espositive, il Museo ripercorre la storia di un artigianato che tocca i confini dell’arte, partendo dai significati dell’armatura nel Quattrocento, il secolo della cavalleria pesante, in cui elmi e corazze diventano elemento strategico.
Gli artigiani bresciani della Valtrompia, particolarmente del distretto di Gardone Val Trompia, dove la disponibilità delle materie prime, dell'acqua necessaria per il funzionamento delle macchine idrauliche unita a una capacità tecnica affinata in secoli di produzione armiera hanno reso possibile una tradizione nella costruzione delle specie di quelle da fuoco, tradizione ben conosciuta anche nei giorni nostri
Armi Esposte
Fra i pezzi più significativi per rarità si distinguono un grande elmetto alla veneziana e il bacinetto con visiera a muso di cane, oltre a una spada risalente al Duecento che costituisce il pezzo più antico in esposizione.
Ampia la rappresentanza di armi del Cinquecento, armature maggiormente confortevoli e leggere, rispetto alle precedenti, a testimonianza di una diversa dinamica di combattimento, superba l'armatura alla Massimiliana, dai contorni lucenti.
Accanto alle esigenze sul campo di battaglia, fra le sale del Museo è possibile cogliere anche la parallela finalità di rappresentanza e di riconoscimento sociale che armi e armature iniziano ad acquisire nelle parate pubbliche.
Lo testimonia la suggestiva ricostruzione, nella Sala detta dell'alce, dei due drappelli di scorta del cavaliere, formati da fanti e uomini a cavallo, che armati di alabarde e ronconi aumentano il senso di spettacolarità dell'insieme.
Si può osservare anche la storia evolutiva della spada, che da arma mista, da botta e da taglio, si evolve per diventare un sottile strumento per la scherma evoluzione che comprende anche la protezione della mano del contendente.
In un'apposita sezione del museo viene data rappresentanza anche alle armi da fuoco, realizzate dai più famosi maestri di canne.
Lo testimonia la suggestiva ricostruzione, nella Sala detta dell'alce, dei due drappelli di scorta del cavaliere, formati da fanti e uomini a cavallo, che armati di alabarde e ronconi aumentano il senso di spettacolarità dell'insieme.
Si può osservare anche la storia evolutiva della spada, che da arma mista, da botta e da taglio, si evolve per diventare un sottile strumento per la scherma evoluzione che comprende anche la protezione della mano del contendente.
In un'apposita sezione del museo viene data rappresentanza anche alle armi da fuoco, realizzate dai più famosi maestri di canne.
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