Le Torbiere del Sebino






La Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino – Sulla sponda meridionale del lago d’Iseo,  un parco naturale che racchiude al suo interno una zona umida caratterizzata da un ecosistema unico quanto delicato.


Cenni archeologici

A seguito della comparsa del lago d'iseo, la zona divenna paludosa e acquitrinosa, favorendo la crescita di un massiccio strato di torba, dall'estrazione della torba iniziata nel settecento per uso domestico e preindustriale, e stato possibile rinvenire numerosi oggetti archeologici risalenti persino al mesolitico (8000-5000 A.C.), questi cimeli conservati in vari musei, raccontano la storia e le usanze di varie epoche dell'umanità.

Fauna

Poco rilevante la presenza di esemplari ittici, si va dalle Carpe alle trote alle tinche ai lucci al pesce persico, a seguito dell'introduzione del vorace pesce gatto circa 35 anni fa, le altre speci sono inoltre diminuite.

Imponente la presenza di uccelli di ogni tipo, sia piccoli uccelli che dimorano nella riserva nidificando ove proliferano i canneti oppure sugli alberi isolati, sia di uccelli migratori che trovano qui un ambiente ove svernare, sia di altri che si fermano di passaggio verso altri siti.

Modesta la presenza di mammiferi dato la limitata dimensione della zona, si tratta in prevalenza di roditori come castori e scoiattoli.





Flora


Ia vegetazione è caratterizzata e dominata dalla cannuccia di palude, da diverse specie di giunchi e da altre specie. Fra le specie vegetali la più vistosa è indubbiamente la ninfea bianca che durante la fioritura, da maggio a settembre, offre uno spettacolo incomparabile sulle acque delle torbiere.

Rilevante è la presenza di specie di notevole valore floristico quali l'erba scopinala Sagittaria  il giunco fiorito , il trifoglio d'acqua  una pianta acquatica perenne a rischio di estinzione costituita da sottili fusti prostrati ricoperti da foglie allungate verde oliva riuniti in ciuffi, l'aglio palustre  la felce palustre ed altre ancora.





Visite e itinerari

È possibile fare visite singole o in gruppo, l’itinerario classico inizia e termina presso il monastero di Pietro in Lamosa e si sviluppa nella parte più caratteristica della riserva, dove si puo’ apprezzare appieno il delicato ecosistema palustre. Qui, tra stretti percorsi di terra e passerelle di legno, ci s’immerge nella vegetazione che sembra inestricabile e che ci concede di sostare solamente in alcune anse dalle quali si gode di una perfetta visione d’insieme.




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